I fondi europei e l’europrogettazione

I fondi europei rappresentano per aziende, pubblica amministrazione e organizzazioni un valido strumento per poter sviluppare progetti ed incrementare il proprio business.

La possibilità di accedere a finanziamenti europei, nazionali e regionali, dipende significativamente da una valutazione strategica dei fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea.

I finanziamenti infatti sono stanziati in base a programmi settennali con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze tra gli Stati Membri: ad esempio l’ultima programmazione, relativa al periodo 2014-2020, ha stanziato circa 463miliardi di euro, di cui l’Italia ne ha ricevuti 44.

I settori coinvolti sono stati ricerca e innovazione, tecnologie digitali, economie a basse emissioni di carbonio, gestione sostenibile delle risorse, supporto alle piccole e medie imprese. Nel complesso questa 5a programmazione ha creato circa 300mila posti di lavoro, con evidenti e positivi impatti su milioni di cittadini europei.

Nonostante questo però, secondo il Report sulla politica di coesione europea del 2019 pubblicato dalla Commissione Europea, ad ottobre 2019, solo il 36% del budget disponibile è stato trasferito agli Stati Membri.

Quali sono dunque le attività per realizzare un’efficace attività di europrogettazione? Monitorare i fondi europei disponibili per individuare correttamente il programma e le cosiddette call cui rispondere (ad esempio Horizon 2020, LIFE, FESR, etc), siglare partnership, fare network e sviluppare attività di advocacy, creando consenso e proficue relazioni con gli stakeholder.

Quindi se si considera che la proposta di budget per il prossimo settennato, 2021-2027, prevede uno stanziamento di 1279,4 miliardi, di cui oltre 370 per progetti a tutela dell’ambiente e delle risorse naturali e oltre 400 per incentivare la coesione sociale, l’attività di europrogettazione diventa una leva strategica per numerose aziende, enti di ricerca, organizzazioni e player del settore pubblico.

Isabel Pepe