Etica e comunicazione

Comunicare è intrinseco nell’essere umano ed è un meccanismo in costante e inarrestabile evoluzione.

Come si colloca, quindi, questo processo mutevole nel mondo della comunicazione a livello di marketing e di business? Per rispondere alla domanda, è necessario in primis chiarire un concetto: al giorno d’oggi, prima di procedere all’acquisto di un prodotto o di un servizio, il pubblico si confronta sul web e chiede le opinioni di chi ha già provato quel determinato oggetto o usufruito di quel dato servizio. Le persone tendono a fidarsi del giudizio degli altri perché li sentono paritari rispetto alle proprie necessità e sono sicuri (o perlomeno sperano) che quest’ultimi non abbiano secondi fini legati alla vendita o altro.

Ciò significa che le imprese e le agenzie, molto più che in passato, sono sottoposte al giudizio del consumatore finale e il margine di errore è ancora più sottile.

Le aziende, per adattare il proprio operato a simili cambiamenti comportamentali, cambiano paradigma: semplicemente agiscono per costruire uno scambio relazionale con l’interlocutore finale, senza quindi ridurlo a mero contenitore ricevente del “punto di vista” dell’impresa.

Il “vestire” una comunicazione etica oggi, di fatto, implica soprattutto il comprendere le responsabilità, il peso e le conseguenze dei messaggi veicolati. Per questo motivo le agenzie e le aziende devono assicurarsi di fornire brief e di ideare una comunicazione che contenga un messaggio onesto e sincero, dando priorità alla creazione di un’emozione attraverso storie vere, verificabili e capaci di coinvolgere la gente.

Concludendo, comunicare con responsabilità non è solo possibile ma, in un mondo sempre più connesso e globalizzato, conveniente all’impresa che vuole essere competitiva e vuole assicurarsi la risorsa più importante: la fiducia dell’utenza finale.

Alberto Zanaboni