Digital PR in emergenza Coronavirus

Lockdown but not push. Con il decreto emanato l’8 marzo 2020, tutta l’Italia è stata dichiarata zona rossa causa emergenza COVID-19 e le aziende sono state costrette a seguire le restrizioni emanate del Governo. In questo fermo immagine, la comunicazione ha trovato il suo alleato principale nella tecnologia.

L’attività degli uffici stampa e di conseguenza le relative PR hanno si sono dovute reinventare e si sono dovute pianificare nuove strategie per soddisfare le esigenze dei propri clienti tenendo in considerazione l’attuale situazione di crisi. In questo modo, lo smart working è diventata la soluzione ideale per restare in contatto con i referenti aziendali e mantenere le relazioni che, fino a qualche mese fa, si instauravano “davanti a un caffè” e che ora si sono traslate dietro a uno schermo.

È necessario riuscire a interagire con i propri interlocutori, trovare metodologie differenti e supportare una comunicazione definita di reattività. Tutto questo è indispensabile per mantenere la presenza dei propri clienti sui molteplici mezzi massmediatici e favorire una loro ripartenza.

Tuttavia, la crisis communication non potendo seguire la logica del push, ossia la promozione e la divulgazione di prodotti a scopo commerciale, tende a preferire la diffusione di informazioni con contenuti e toni adatti a questo preciso momento storico. Non è da sottovalutare, infatti, la proliferazione di webinar e corsi di aggiornamento online che, trattando di differenti settori merceologici e del loro sviluppo anche in una situazione di emergenza, mantengono vivo l’interesse.

Dunque, si può parlare di una rinascita del settore delle PR sotto una nuova veste definita dalla tecnologia e dalla capacità di implementare e solidificare le relazioni con i giornalisti e con i destinatari della comunicazione, mediante operazioni di pianificazione di attività di comunicazione sia nell’immediato sia in vista di una ripartenza nei prossimi mesi.

Come afferma George Bernard Shaw: “Col tono giusto si può dire tutto, col tono sbagliato nulla: l’unica difficoltà consiste nel trovare il tono”.

Samantha Bottini